CRESCERE INSIEME
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foglietto del 28 settembre 2025
APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA
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Giorno |
Ora | Parrocchia |
APPUNTAMENTI |
| DOM 28 | 10.00 | ARCADE | BATTESIMI: Lorusso Enea di Andrea e Sara; De Marchi Giulio di Nicola ed Elisa; Ajdini Alessandro di Laurenc e Alice |
| LUN 29 | 19.30 | SANTANDRA’ | A TAVOLA CON LA BIBBIA |
| 20.45 | ARCADE | Consiglio Affari Economici | |
| MART 30 | 20.30 | SANTANDRA’ | Incontro di preparazione spirituale al pellegrinaggio giubilare a Roma del 17-19 ottobre |
| MERC 1.10 | 20.30 | POVEGLIANO | Incontro di tutte le catechiste della Collaborazione e dei catechisti dei genitori |
| GIOV 2 | 19.00 | SANTANDRA’ | ADORAZIONE EUCARISTICA NOTTURNA (19-20 conf.) |
| 20.30 | SANTANDRA’ | Consiglio Direttivo oratorio | |
| VEN 3 | 19.00 | CAMALO’ | Preparazione battesimi del 12 ottobre |
| 19.30 | CAMALO’ | Incontro e cena dei Consigli Pastorali PCS con i giovani ospitati presso l’ex appartamento delle suore | |
| SAB 4 | 11.00 | POVEGLIANO | MATRIMONIO di Zanatta Saverio e Barro Giulia |
| 15.30 | POVEGLIANO | MATRIMONIO di Braggio Renzo e Antoniazzi Deborah | |
| 20.45 | POVEGLIANO | CONCERTI D’OTTOBRE nell’arcipretale: I^ serata con la partecipazione della Schola Cantorum S. Daniele e del Coro Stella Alpina di Treviso | |
| DOM 5 | 9.30 | SANTANDRA’ | Processione in onore della B.V.M. del S.to Rosario |
| 11.00 | ARCADE | BATTESIMI: Bigolin Vittoria di Denis e Serena – Manzan Bianca di Massimiliano e Angelica – Renosto Filippo di Stefano e Marta | |
| === | PACS | IN SEMINARIO A TREVISO RITIRO CRESIMANDI |
“Sia pace in Terra Santa!”:
la nota del Consiglio permanente della Cei riunito a Gorizia
Sia pace in Terra Santa! Chiediamo con forza che a Gaza cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi. Si rispetti il diritto umanitario internazionale, ponendo fine all’esilio forzato della popolazione palestinese, aggredita dall’offensiva dell’esercito israeliano e pressata da Hamas. Ribadiamo che la prospettiva di “due popoli, due Stati” resta la via per un futuro possibile. Per questo, sollecitiamo il Governo italiano e le Istituzioni europee a fare tutto il possibile perché terminino le ostilità in corso e ci uniamo agli appelli della società civile. In questa denuncia ci muovono le parole di san Paolo: “Cristo è la nostra pace” (Ef 2,14). Per i cristiani significa, anzitutto, pregare per la pace. Accogliamo, quindi, l’invito di Papa Leone a “pregare, ogni giorno del prossimo mese, il Rosario per la pace, personalmente, in famiglia e in comunità”. Lo faremo, in particolare, l’11 ottobre, alle ore 18, con quanti si recheranno in piazza San Pietro, per la Veglia del Giubileo della Spiritualità mariana, ricordando anche l’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. Vogliamo essere desti di fronte agli eventi della storia e critici di fronte a scelte che provocano morte e distruzione. Ci impegniamo a dare sostegno concreto a quanti pagano pesantemente le conseguenze di questa “inutile strage”. Così come fatto, in più di 30 anni, con i 145 progetti finanziati dalla Chiesa italiana e con il piano di aiuti per far fronte all’emergenza in corso. Proponiamo gesti eloquenti di prossimità con chi soffre e di riconciliazione tra le parti. Anche noi, in comunione con Papa Leone, vogliamo diventare costruttori di ponti, secondo l’Appello firmato con le Conferenze Episcopali di Slovenia e Croazia: “Riaffermiamo la nonviolenza, il dialogo, l’ascolto e l’incontro come metodo e stile di fraternità, coinvolgendo tutti, a partire dai responsabili dei popoli e delle nazioni, perché favoriscano soluzioni capaci di garantire sicurezza e dignità per tutti”. Per questo, nei prossimi giorni, il segretario generale, S.E. mons. Giuseppe Baturi, si recherà a Gerusalemme per esprimere solidarietà alla Chiesa di Terra Santa, verificare la possibilità di incrementare l’aiuto umanitario e di realizzare, come già avvenuto con alcune Conferenze Episcopali Regionali, una prossima visita fraterna da parte di rappresentanti dell’Episcopato italiano.
28 SETTEMBRE 2025 – XXVI Tempo Ordinario
“tra noi e voi è stato fissato un grande abisso”
(Lc 16,19-31)
RIFLESSIONE
Storia di un ricco, di un mendicante e di un “grande abisso” scavato tra le persone. Che cosa scava fossati tra noi e ci separa? Come si scavalcano? Storia da cui emerge il principio etico e morale decisivo: prendersi cura dell’umano contro il disumano.
Primo tempo: due protagonisti che si incrociano e non si parlano, uno è vestito di piaghe, l’altro di porpora; uno vive come un nababbo in una casa lussuosa, l’altro è malato, abita la strada e toglie qualche briciola ai cani. È questo il mondo sognato da Dio per i suoi figli? Un Dio mai nominato nella parabola, eppure è lì: non abita la luce ma le piaghe di un povero; non c’è posto per lui dentro il palazzo, perché Dio non è presente dove è assente il cuore. Il ricco, che forse è perfino un devoto e prega: “oh Dio tendi l’orecchio alla mia supplica”, è sordo al lamento del povero.; lo scavalca ogni giorno come si fa con una pozzanghera; dii fermarsi, di toccarlo neppure l’idea: il povero è invisibile a chi ha perduto gli occhi del cuore. Quanti invisibili nelle nostre città, nei nostri paesi! Attenzione agli invisibili, vi si rifugia l’eterno.
Il ricco non danneggia Lazzaro, non gli fa del male. Fa qualcosa di peggio: non lo fa esistere, lo riduce a un rifiuto, a un nulla. Nel suo cuore l’ha ucciso. «Il vero nemico della fede è il narcisismo, non l’ateismo» (K. Doria): per il Narciso nessuno esiste. Invece un samaritano che era in viaggio, lo vide, fu mosso a pietà, scese da cavallo, si chinò su quell’uomo mezzo morto. Vedere, commuoversi, scendere, toccare, verbi umanissimi, i primi affinché la nostra terra sia abitata non dalla ferocia ma dalla tenerezza. Chi non accoglie l’altro, in realtà isola sè stesso, è lui la prima vittima del “grande abisso”, dell’esclusione.
Secondo tempo: il povero e il ricco muoiono, e la parabola li colloca agli antipodi, come già era sulla terra. «Ti prego, padre Abramo, manda Lazzaro con una goccia d’acqua sulla punta del dito». Una gocciolina per varcare l’abisso. Che ti costa, padre Abramo, un piccolo miracolo! Una parola sola per i miei cinque fratelli! E invece no, perché non è il ritorno di un morto che convertirà qualcuno, è la vita e i viventi. Non sono i miracoli a cambiare la nostra traiettoria, non apparizioni o segni, la terra è già piena di miracoli, piena di profeti: hanno i profeti, ascoltino quelli; hanno il Vangelo, lo ascoltino! Di più ancora: la terra è piena di poveri Lazzari, li ascoltino, li guardino, li tocchino.
(da padre E. Ronchi)



