RIFLESSIONE
Tre annunci in uno:
- a) esiste un regno, cieli nuovi e terra nuova, un mondo nuovo che preme per venire alla luce.
- b) Un regno incamminato: i due profeti non dicono cos’è il Regno, ma che è “vicino”. Dio è vicino, è qui. Seconda buona notizia: il Pellegrino eterno ha camminato molto, il suo esodo approda qui, alla radice del vivere, si fa intimo come un pane nella bocca, una parola detta sul cuore portata dal respiro: infatti “vi battezzerà nello Spirito Santo”, vi immergerà dentro il soffio e il mare di Dio, sarete avvolti, intrisi, impregnati della vita stessa di Dio, in ogni vostra fibra.
- c) Convertitevi, ossia mette in cammino la vostra vita, non per imposizione da fuori ma per una seduzione.
La vita non cambia per decreto-legge, ma per una bellezza almeno intravista: sulla strada che io percorro, il cielo è più vicino e più azzurro, la terra più dolce di frutti, ci sono più sorrisi e occhi con luce. Convertitevi: giratevi verso la luce, perché la luce è già qui: viene uno che è più grande di me. I due profeti usano lo stesso verbo e sempre al tempo presente: «Dio viene». Non: verrà, un giorno; oppure sta per venire, sarà qui tra poco. E ci sarebbe bastato. Semplice, diretto, sicuro: viene. Come un seme che diventa albero, come la linea mattinale della luce, che sembra minoritaria ma è vincente, piccola breccia, piccolo buco bianco che ingoia il nero della notte. Giorno per giorno, continuamente, Dio viene. Anche se non lo vedi, viene; anche se non ti accorgi di lui, è in cammino su tutte le strade.
È bello questo mondo immaginato colmo di orme di Dio. Isaia annuncia che Dio sta nell’intimo, in un’esperienza soggettiva; che si è insediato al centro della vita, al centro delle relazioni e delle connessioni tra i viventi, rete che raccoglie insieme e in armonia il lupo e l’agnello, il leone e il bue, il bambino e il serpente, uomo e donna, arabo ed ebreo, musulmano e cristiano, bianco e nero, russo e ucraino, per il fiorire della vita in tutte le sue forme. Io credo nella buona notizia di Isaia, Giovanni, Gesù. Il cristiano non è ottimista, ha speranza: l’ottimista tra due ipotesi sceglie quella più positiva o probabile; il Regno è un atto di fede: perché Dio si è impegnato con noi in un intreccio da arrivare fino al legno di una mangiatoia e di una croce.
(da padre E. Ronchi)



