Informazioni dell’11 e 18 agosto 2024

Pubblicato giorno 10 agosto 2024 - Info settimanali

CRESCERE INSIEME


Don Michele 0422-772002 cell.340-9622020
Don Mario 0422-774092 cell.380-6433849
Don Marco 349-4548139

Dal 16 al 22 agosto saranno assenti sia don Michele che don Marco
Per urgenze far riferimento ai sacerdoti di Milaico (padre Daniel 3512378347 o padre Renato 3395291428).


foglietto dell’11 e 18 agosto 2024

APPUNTAMENTI DELLE 2 SETTIMANE

Giorno

Ora Parrocchia

APPUNTAMENTI

GIOV 15 14.00 PACS Partenza campo mobile giovani (20-30enni) in Toscana
GIOV 22 == ARCADE Pulizie chiesa
VEN 23 21.00 POVEGLIANO ADORAZIONE EUCARISTICA DI LODE

 


Un tempo per rigenerarsi (da “La VITA del popolo”)

Non tutti potranno beneficiare di una vacanza al mare o ai monti o di un viaggio. Oltre a tanti anziani, la maggior parte della gente, che gode delle ferie dal lavoro, rimarrà a casa e continuerà a frequentare i soliti ambienti e a fare le solite cose. Magari approfitterà per fare dei lavoretti in casa, trascurati da tempo. Ciononostante, è possibile “reinventarsi” per alcuni giorni un modo diverso di “stare in casa”. Ad esempio dormendo un po’ di più, derogando dai soliti orari, leggendo un buon libro, facendo qualche passeggiata o gita in bicicletta, o visitando qualche luogo nei dintorni o raggiungendo in giornata un rifugio in montagna. Soprattutto potrà dedicare più tempo alla preghiera, alla riflessione e a coltivare le relazioni umane.

“Venite in disparte”

Il Vangelo di domenica 21 luglio (Mc 6,30-34) riportava che, agli Apostoli che, tornati dalle fatiche e dallo stress della missione, si mettono subito a raccontargli quello che avevano fatto e insegnato, Gesù, più che fare dei complimenti o mettersi subito ad ascoltarli, preferisce rivolgere loro un affettuoso invito: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’».

Perché Gesù fa questo? Certamente perché chiunque, dopo una intensa attività, ha bisogno di una sosta e di un meritato riposo. Gesù, però, vuole anche mettere i suoi discepoli in guardia da un pericolo, che è sempre in agguato anche per noi, quello di lasciarsi prendere dalla frenesia del fare, cadere nella trappola dell’attivismo, dove la cosa più importante sono i risultati che otteniamo, il sentirci protagonisti e, in qualche modo, sentirci riconosciuti per la nostra bravura. Una tentazione, questa, che può prendere anche la nostra pastorale e qualche generoso operatore, preoccupato di raggiungere risultati, o per soddisfare l’orgoglio e per una soddisfazione personale, oppure per non cadere nel senso del fallimento di fronte al calo della risposta della gente.

I veri risultati da cercare

Noi siamo fatti così: abbiamo bisogno, per motivarci nel servizio, di esibire a noi stessi e agli altri risultati sempre in crescita: più ragazzi e giovani ai campi estivi rispetto l’anno precedente; più gente e incassi alla sagra, ecc. Anche nella pastorale abbiamo bisogno di contare e di contarci e di avere delle soddisfazioni.

Purtroppo sappiamo bene che l’evangelizzazione, soprattutto in questi tempi, non segue una tale logica. Per questo bisogna fermarsi a riflettere, pregare, riordinare le idee, valutare le scelte fatte e ponderare le energie da impiegare per quelle successive. Secondo il racconto dell’evangelista Luca, ai settantadue discepoli che ritornano dalla missione tutti contenti per i successi ottenuti contro il male e i demoni, Gesù rimette un po’ di ordine agli entusiasmi e indica le vere priorità: “Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10, 20).

 


       

11 agosto 2024 – Anno B – XIX Tempo Ordinario

  “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo”    (Gv 6,41-51)

  RIFLESSIONE

In una sola frase Gesù raccoglie e intreccia tre immagini: pane, cielo, discendere. Io sono pane, ma non come lo è un pugno di farina con acqua passata per il fuoco: sono cielo che discende sulla terra. E qui è la chiave del racconto evangelico: qualcosa che vale per tutta la realtà. Come il pane, Gesù è figlio della terra e figlio del cielo. E aggiunge una frase bellissima: nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato. Ecco una nuova immagine di Dio: non il giudice, ma la forza di attrazione del cosmo, la forza di gravità celeste, la forza di coesione degli atomi e dei pianeti, la forza di ogni comunione. Dentro ciascuno di noi è al lavoro una forza instancabile di attrazione divina, che chiama ad abbracciare bellezza e tenerezza. E non diventeremo mai veri, mai noi stessi, mai contenti, se non ci incamminiamo sulle strade dell’incanto per tutto ciò che chiama all’abbraccio.
(da padre Ermes Ronchi)

 


 

18 agosto 2024 – Anno B – XX Tempo Ordinario

 “Chi mangia questo pane vivrà in eterno”         (Gv 6,51-58)

RIFLESSIONE

La vita eterna è una vita libera e autentica, giusta, che si rialza e non si arrende, che fa cose che meritano di non morire. Una vita come quella di Gesù, capace di amare come nessuno. Sangue e carne sono parole che indicano la piena umanità di Gesù: le sue mani di carpentiere, le sue passioni, i suoi abbracci, i piedi intrisi di nardo e la casa che si riempie di profumo e di amicizia. E qui c’è una sorpresa, una cosa imprevedibile. Gesù dice: prendete la mia umanità, il mio modo di abitare la terra e di vivere le relazioni come lievito. Nutritevi del mio modo di essere umano: allora mangiare e bere Cristo significa prenderlo come misura, lievito, energia, farci sacramento di comunione. Lui in cammino, Lui che percorre i cieli, Lui felice di vedermi arrivare, che mi dice: sono contento che tu sia qui. Prima che io dica: “ho fame”, ha detto: “Prendete e mangiate”, mi ha cercato, mi ha atteso e si dona. Prendete, mangiate! Parole che mi sorprendono ogni volta, come una dichiarazione d’amore: “io voglio stare nelle tue mani come dono, nella tua bocca come pane, nell’intimo tuo come sangue, farmi cellula, respiro, pensiero di te. Tua vita”.
(da padre Ermes Ronchi)

 


 

foglietto dell’11 e 18 agosto 2024