CRESCERE INSIEME
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APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA
Giorno |
Ora | Parrocchia |
APPUNTAMENTI |
MART 3 | 20.30 | POVEGLIANO | Incontro per i genitori dei ragazzi di 3^ media che parteciperanno al camposcuola estivo |
GIOV 5 | 19.00 | SANTANDRA’ | Apertura adorazione eucaristica notturna |
VEN 6 | 18.30 | CAMALO’ | S.Messa conclusiva dell’anno catechistico di Po.Ca.San. Segue rinfresco |
SAB 7 | 10.30 | ARCADE | Matrimonio di Secchiero Diego e D’agostini Monia, con battesimo di Mattia |
15.30 | TREVISO | Esperienza giubilare per 5^ elem. della Collaborazione | |
DOM 8 | ————- | ——————- | PENTECOSTE |
Nuova Vita: Evangelizzazione fondamentale
Cos’è il corso NUOVA VITA che abbiamo vissuto questo fine settimana a Povegliano?
L’obiettivo del corso è far fare l’esperienza viva di Gesù Risorto che trasformi la vita di coloro che partecipano. Molte volte si inizia il cammino formativo catechetico senza avere annunciato il Kerigma. Questo corso è invece l’annuncio del Kerigma, cioè l’ABC della fede, l’esperienza della passione, morte, resurrezione e glorificazione di Gesù.
Il corso NUOVA VITA è il corso base di un percorso formativo proposto dalla Scuola di Evangelizzazione Sant’Andrea. Per chi volesse saperne di più visiti il sito www.sesaitalia.it
ADORAZIONE EUCARISTICA NOTTURNA
Riguardo la notte, si possono dire molte cose. La prima è riguardo agli adoratori delle ore centrali della notte: queste ore sono molto speciali e come dice una madre di 3 piccoli bimbi che scelse un’ora dopo la mezzanotte: “mi piace la notte, perché penso che sia più facile raccogliersi. “La musica silenziosa e la solitudine sonora” di cui parlava San Giovanni della Croce, e che permettono quindi l’elevarsi, il raccogliersi e l’entrare in preghiera. A me risulta più facile durante la notte. E veramente così ho consacrato, ho dedicato e impegnato un’ora settimanale del mio tempo all’Adorazione. Per tanto che uno lavori, questo non è nulla. Un’ora non è assolutamente nulla. Sarebbe realmente qualcosa di insignificante come opera, come azione, se non avesse tutto il valore che … e il senso che Dio gli dà. Il senso di fare le cose per amore a Dio. Veramente mi sembra che, né per me né per nessuno, un’ora è nulla. Ma, tuttavia, è la cosa più importante di tutto ciò che faccio.”
1 GIUGNO 2025 – Ascensione del Signore
“si staccò da loro e veniva portato su, in cielo” (Lc 24,46-53)
RIFLESSIONE
Con l’ascensione di Gesù, con il suo corpo sottratto agli sguardi e al nostro toccare, inizia la nostalgia del cielo. Aveva preso carne nel grembo di una donna, svelando il profondo desiderio di Dio di essere uomo tra noi e ora, salendo al cielo, porta con sé il nostro desiderio di essere Dio. Gesù non è andato lontano o in alto o in qualche angolo remoto del cosmo: è “asceso”’ nel profondo degli esseri, “disceso” nell’intimo del creato e delle creature, e da dentro preme come forza ascensionale verso più luminosa vita.
Il Maestro lascia la terra con un bilancio deficitario: un fallimento a giudicare dai numeri; delle folle che lo osannavano, sono rimasti soltanto undici uomini impauriti e confusi, e un piccolo nucleo di donne tenaci e coraggiose. Lo hanno seguito per tre anni sulle strade di Palestina, non hanno capito molto, ma lo hanno molto amato; sono venuti tutti all’ultimo appuntamento.
Ora Gesù può tornare al Padre, rassicurato di avere acceso amore sulla terra. Sa che nessuno di quegli uomini e di quelle donne lo dimenticherà. È la sola garanzia di cui ha bisogno. E affida il suo Vangelo e il sogno di cieli nuovi e terra nuova alla fragilità di chi lo ama e lo segue. Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Nel momento dell’addio, Gesù allarga le braccia sui discepoli, li raccoglie e li stringe a sé, e poi li invia. È il suo gesto finale, ultimo, definitivo; le braccia alte in una benedizione senza parole, che da Betania veglia sul mondo, sospesa per sempre tra noi e Dio! Il mondo lo ha rifiutato e ucciso e lui lo benedice! Mentre li benediceva si staccò da loro e veniva portato su, in cielo: benedizione che galleggia alta sul mondo e vicinissima a me. Lui che benedice gli occhi e le mani dei suoi, benedice il cuore e il sorriso, la tenerezza e la gioia improvvisa! Quella gioia che nasce quando senti che il nostro amare non è inutile, ma sarà raccolto goccia a goccia, vivo per sempre. Che il nostro lottare non è inutile, ma produce cielo sulla terra.
È asceso il nostro Dio migratore: non oltre le nubi ma oltre le forme; non una navigazione celeste, ma un pellegrinaggio del cuore: se prima era con i discepoli, ora sarà dentro di loro, forza ascensionale dell’intero cosmo verso più luminosa vita.
(da padre E. Ronchi)