XVII domenica del Tempo Ordinario

Pubblicato giorno 25 luglio 2025 - In home page

  RIFLESSIONE

Da sempre i cristiani hanno cercato di definire il contenuto essenziale della loro fede. Gesù stesso ce lo consegna: lo fa con una preghiera, per essere trasformati. La prima cosa da custodire: che il Tuo nome sia santificato sulla terra, da tutti: il nome di Dio è amore. Venga il tuo Regno: nasca la terra nuova come tu la sogni, una nuova architettura del mondo e dei rapporti umani. Dacci il pane nostro quotidiano: dona a noi tutti ciò che ci fa vivere, il pane, e l’amore, entrambi necessari, donaceli per oggi e per domani. Perdona i nostri peccati: togli tutto ciò che invecchia il cuore e lo fa pesante; dona la forza per sciogliere le vele e salpare ad ogni alba verso terre intatte. Non abbandonarci alla tentazione: non chiediamo di essere esentati dalla prova, ma di non essere lasciati soli a lottare contro il male. E dalla sfiducia e dalla paura tiraci fuori; e da ogni ferita o caduta rialzaci tu, Samaritano delle nostre vite.

Il Padre Nostro non va solo recitato, va sillabato ogni giorno di nuovo, sulle ginocchia della vita: nelle carezze della gioia, nel graffio delle spine, nella fame dei fratelli. Bisogna avere molta fame di vita per pregare bene. Fame di Dio, perché nella preghiera non ottengo delle cose, ottengo Dio stesso. Un Dio che non signoreggia ma si coinvolge, che intreccia il suo respiro con il mio, che mescola le sue lacrime con le mie, che chiede solo di lasciarlo essere amico. Non potevo pensare avventura migliore.

(da padre E. Ronchi)