CRESCERE INSIEME
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foglietto del 17 e del 24 agosto 2025
APPUNTAMENTI DELLE DUE SETTIMANE
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Giorno |
Ora | Parrocchia |
APPUN TAMENTI |
| GIOV 21 | 19.00 | SANTANDRA’ | Adorazione eucaristica notturna (confessioni) |
| VEN 22 | 19.00 | CAMALO’ | Preparazione battesimo del 24/08 |
| DOM 24 | 12.00 | CAMALO’ | Battesimo di Pozzobon Azzurra Maria Aurora |
| LUN 25 | 19.30 | SANTANDRA’ | A TAVOLA CON LA BIBBIA: condivisione sul vangelo |
| GIOV 28 | 19.00 | SANTANDRA’ | Adorazione eucaristica notturna |
| VEN 29 | 20.30 | ARCADE | Incontro ministri comunione |
| 21.00 | POVEGLIANO | ADORAZIONE EUCARISTICA DI LODE | |
| SAB 30 | 11.00 | CAMALO’ | MATRIMONIO di Zanatta Miriam e Tegon Loris |
17 AGOSTO 2025 – XX Tempo Ordinario
“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra” (Lc 12,49-53) RIFLESSIONE
Fuoco e divisione sono venuto a portare: vangelo drammatico, duro e pensoso. Testi scritti sotto il fuoco della prima violenta persecuzione contro i cristiani, quando i discepoli di Gesù si trovano di colpo scomunicati dall’istituzione giudaica e, come tali, passibili di prigione e morte. Il fuoco è simbolo altissimo, in cui si riassumono tutti gli altri simboli di Dio, è la prima memoria nel racconto dell’Esodo della sua presenza: fiamma che arde e non consuma al Sinai; bruciore del cuore come per i discepoli di Emmaus; fuoco ardente dentro le ossa per il profeta Geremia; lingue di fuoco a Pentecoste. Pensate che io sia venuto a portare la pace? La pace non è neutralità, mediocrità, equilibrio tra bene e male. “Credere è entrare in conflitto” (David Turoldo). Forse il punto più difficile e profondo della promessa messianica di pace: essa non verrà come pienezza improvvisa, ma come lotta e conquista, terreno di conflitto, sarà scritta infatti con l’alfabeto delle ferite inciso su di una carne innocente, un tenero agnello crocifisso. Gesù per primo è stato con tutta la sua vita segno di contraddizione, “per la caduta e la risurrezione di molti”. (da padre E. Ronchi)
24 AGOSTO 2025 – XXI Tempo Ordinario
“vi sono ultimi che saranno primi”
(Lc 13.22-30)
RIFLESSIONE
La salvezza è una casa che risuona di una confusione multicolore, dove sono approdate le navi del sud e le carovane d’oriente. Quella casa sembra quasi il nodo alle trasversali del mondo, il centro di gravità della storia, l’approdo. Così ci racconta la salvezza, come una casa piena di festa, casa fatta tavola, casa fatta liturgia di volti e di occhi lucenti attorno al profumo del pane e alle coppe del vino: “entra, siediti, è in tavola la vita!”. Per star bene, tutti noi abbiamo tutti bisogno di poche cose: un po’ pane, un po’ d’affetto, un luogo dove sentirci a casa (G. Verdi), non raminghi o esuli, non naufraghi o fuggiaschi, ma con il caldo di un fuoco, difesi da una porta che spinge un po’ più in là la notte.
Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi rimasti fuori, comincerete a bussare dicendo: Signore aprici. Se trasportiamo quelle immagini sul piano della nostra vita spirituale o comunitaria, quelle parole diventano: Signore, siamo noi, siamo sempre venuti in chiesa, abbiamo ascoltato tanto Vangelo e tante prediche, ci siamo confessati e comunicati, aprici! Perché non si apre quella porta, perché quel duro “non vi conosco”? (da padre E. Ronchi)



