CRESCERE INSIEME
Don Michele 0422-772002 cell.340-9622020
Don Mario 0422-774092 cell.380-6433849
Don Marco 349-4548139
Da domenica 12 sera a venerdì 17 pomeriggio don Michele sarà assente perché impegnato negli esercizi spirituali. In questi giorni non sarà reperibile. Per ogni necessità fare riferimento a don Marco.
APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA
Giorno |
Ora | Parrocchia |
APPUNTAMENTI |
DOM 12 | 10.00 | ARCADE | S.Messa con le famiglie e i bambini battezzati nel 2024 |
MART 14 | 20.45 | ARCADE | Consiglio gestione scuola materna |
GIOV 16 | 19.00 | SANTANDRA’ | Adorazione Eucaristica notturna e Confessioni (19-20) |
VEN 17 | 7.00 | SANTANDRA’ | Lodi mattutine e reposizione Santissimo |
20.45 | ARCADE | Direttivo NOI Oratorio | |
DOM 19 | 10.00 | ARCADE | BATTESIMO di Padoin Gioele di Luca e Valentina |
11.00 | CAMALO’ | BATTESIMO di Grosso Sofia di Diego e Giulia |
Una suora prefetta
CITTÀ DEL VATICANO. Suor Simona Brambilla è la prima donna prefetto in Vaticano. Un cambiamento atteso da tempo in buona parte della galassia cattolica, dentro e fuori i Sacri Palazzi. Papa Francesco aveva più volte manifestato l’intenzione di affidare la guida di un ministero vaticano a una donna. Questa volontà è diventata realtà con la nomina della nuova leader del Dicastero per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, in pratica di frati, monaci e suore di tutto il mondo. Accanto alla Religiosa – che era già la segretaria dell’ente curiale – il Pontefice sceglie in qualità di pro-prefetto il cardinale Ángel Fernández Artime, storico rettore dei Salesiani.
Suor Brambilla è una «missionaria con i sandali ai piedi e lo sguardo sul mondo», la definiscono in Vaticano. Nata a Monza il 27 marzo 1965, ha costruito il suo percorso tra studio e missione. Dopo il diploma di infermiera professionale nel 1986, nel 1988 entra nell’Istituto delle Suore Missionarie della Consolata, fondato dal prete torinese Giuseppe Allamano, che il Papa ha proclamato santo a ottobre. La prima professione religiosa di suor Simona arriva nel 1991, seguita da una solida formazione accademica: nel 1998 ottiene la Licenza in Psicologia alla Pontificia Università Gregoriana. L’anno dopo parte per il Mozambico, dove si dedica alla pastorale giovanile nel Centro Studi Macua Xirima di Maua. Un’opera che la segnerà profondamente, permettendole di immergersi nella cultura del popolo Macua e di confrontarsi con le sfide della missione nelle estreme periferie del pianeta.
Nel 2011 viene eletta Superiora generale delle Missionarie della Consolata, incarico che mantiene fino al 2023 dopo la rielezione nel 2017. Affronta con tenacia «piaghe sanguinanti» e ardui compiti della vita religiosa e di Santa Romana Chiesa: la pedofilia e i vari abusi nelle Sacre Stanze; il rinnovamento ecclesiastico all’insegna di una maggiore sinodalità-collegialità per superare il «clericalismo», come indica da sempre il Pontefice argentino.
12 gennaio 2025 – Battesimo del Signore
“Tu sei il Figlio mio, l’amato” (Lc 3,15-16.21-22)
RIFLESSIONE
Il popolo era in attesa e tutti si domandavano, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo. Siamo così, creature di desiderio e di attesa, con dentro, sulla via del cuore, questo “tendere – a”, dato che il presente non basta a nessuno.
L’attesa è così forte che fa nascere sentieri, e la gente è spinta fuori, sulla strada: lascia il tempio e Gerusalemme per cercare un luogo di sabbia e acqua, dove si alzava una voce libera come il vento del deserto. Sei tu il Messia? E Giovanni scende dall’altare delle attese della gente per dire: “no, non sono io. Viene dopo di me colui che è più forte di me”.
In cosa consiste la sua forza? Lui è il più forte perché ha il fuoco, perché parla al cuore del popolo, come aveva profetizzato Osea: la condurrò al deserto e là parlerò al suo cuore. Due soli versetti raccontano il Battesimo di Gesù, in cui il grande protagonista è lo Spirito Santo.
Sul Giordano la colomba del cielo cerca il suo nido: Gesù. Lo Spirito ancora adesso cerca il suo nido, e ognuno di noi è nido della colomba di Dio. Gesù stava in preghiera, e il cielo si aprì. Bellissima questa dinamica causa-effetto. Gesù sta in preghiera, e la meravigliosa risposta di Dio è di aprire il cielo. E non è vuoto e non è muto. In ogni nostra preghiera la dinamica è sempre la stessa: una fenditura che si apre nel cielo chiuso e ne scende un volo di parole: Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te ho posto il mio compiacimento.
Ogni preghiera fa ripetere incessantemente questo: «Parlami / aspetto a carne aperta / che mi parli. / Noi non siamo qui per vivere / ma perché qualcuno / deve parlarci» (Franco Arminio).
E la prima parola è “Figlio”. La “parola” scende e si fa, nel deserto, e qui, un “figlio”: Dio è forza di generazione, che come ogni essere genera secondo la propria specie. Siamo specie della sua specie, abbiamo Dio nel sangue e nel respiro. “Tu sei amato” è la seconda parola. Di immeritato amore, asimmetrico, unilaterale, incondizionato. Qui è posto il fondamento di tutta la legge. “Tu sei amato” è il fondamento; “tu amerai” è il compimento.
Mio compiacimento è la terza parola, l’ultima. Un termine che non ci è abituale, eppure parola lucente, pulsante: c’è in Dio una vibrazione di gioia, un fremito di piacere; è un Padre apritore di cieli, felice di essere padre, in festa davanti a ognuno dei suoi figli.
(da padre E. Ronchi)