CRESCERE INSIEME
Don Michele 0422-772002 cell.340-9622020
Don Mario 0422-774092 cell.380-6433849
Don Marco 349-4548139
APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA
Giorno |
Ora | Parrocchia |
APPUNTAMENTI |
DOM 2 | 10.30 | CAMALO’ | Assemblea del NOI Oratorio |
15.00 | SANTANDRA’ | “La cura dell’amore”: itinerario per coppie (in oratorio) | |
17.30 | CAMALO’ | Vespritz con i giovani | |
MERC 5 | 20.45 | SANTANDRA’ | Incontro per genitori dei cresimandi |
GIOV 6 | == | ARCADE | Pulizie chiesa |
19.00 | SANTANDRA’ | Adorazione Eucaristica notturna e confessioni (19-20) | |
VEN 7 | 20.45 | ARCADE | Consiglio Affari Economici |
dal pom. | PEDEROBBA | Uscita formativa per l’equipe di evangelizzazione (termina domenica pomeriggio) | |
SAB 8 | 14.45 | POVEGLIANO | Convegno diocesano catechisti/e |
PELLEGRINAGGIO GIUBILARE DELLA COLLABORAZIONE A SAN LEOPOLDO (PD):
- VENERDI’ 21 FEBBRAIO con partenza da Camalò ore 13.45 segue Santandrà, Povegliano e Arcade.
- SANTA MESSA E VISITA GUIDATA AI LUOGHI DEL SANTO;
- PREGHIERE PER OTTENERE LE INDULGENZE.
- iscrizioni entro 9 febbraio con quota partecipazione euro 13,00:
- Antonella cell. nr. 3498347662
- presso canonica di Arcade il martedì mattina.
Che cos’è il Giubileo?
Il Giubileo ha origine dalla tradizione ebraica che, ogni 50 anni, prevedeva un anno di riposo per la terra, la restituzione delle proprietà e la liberazione degli schiavi. Il termine deriva dall’ebraico “yobel“, che significa “corno di ariete”, utilizzato per annunciare l’inizio di questo periodo.
Ogni 25 anni. Nella Chiesa cattolica, il Giubileo, o Anno Santo, è un periodo durante il quale il Papa concede l’indulgenza plenaria ai fedeli che si recano a Roma e compiono particolari pratiche religiose. Il primo Giubileo fu indetto nel 1300 da Papa Bonifacio VIII, con una cadenza iniziale di 100 anni, successivamente ridotta a 50 e infine stabilita ogni 25 anni. Gli Anni Santi ordinari sono stati finora 27 (incluso quello appena iniziato), mentre quelli straordinari, concessi in occasioni particolari, sono stati 95.
Il Giubileo rappresenta un periodo di rinnovamento spirituale, riconciliazione e penitenza per i fedeli, offrendo l’opportunità di ottenere l’indulgenza plenaria attraverso la confessione, la comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa.
2 febbraio 2025 – Presentazione del Signore
“gli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione.” (Lc 2,22-40)
RIFLESSIONE
Maria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme, per presentarlo al Signore. Una giovanissima coppia arriva portando la povera offerta dei poveri, due tortore, e il più prezioso dono del mondo: un bambino. Sulla soglia, due anziani in attesa, Simeone e Anna. Che attendevano, dice Luca, «perché le cose più importanti del mondo non vanno cercate, vanno attese» (Simone Weil). Non sono i sacerdoti ad accogliere il bambino, ma due laici, che non ricoprono nessun ruolo ufficiale, ma sono due innamorati di Dio, occhi velati dalla vecchiaia ma ancora accesi dal desiderio. E lei, Anna, è la terza profetessa del Nuovo Testamento, dopo Elisabetta e Maria. Perché Gesù non appartiene all’istituzione, non è dei sacerdoti, ma dell’umanità. È Dio che si incarna nelle creature, nella vita che finisce e in quella che fiorisce. «È nostro, di tutti gli uomini e di tutte le donne. Appartiene agli assetati, ai sognatori, come Simeone; a quelli che sanno vedere oltre, come Anna; a quelli capaci di incantarsi davanti a un neonato, perché sentono Dio come futuro e come vita» (M. Marcolini).
Simeone pronuncia una profezia di parole immense su Maria, tre parole che attraversano i secoli e raggiungono ciascuno di noi: il bambino è qui come caduta e risurrezione, come segno di contraddizione perché siano svelati i cuori. Caduta, è la prima parola. «Cristo, mia dolce rovina» canta padre Turoldo, che rovini non l’uomo ma le sue ombre, la vita insufficiente, la vita morente, il mio mondo di maschere e di bugie, che rovini la vita illusa. Segno di contraddizione, la seconda: Lui che contraddice le nostre vie con le sue vie, i nostri pensieri con i suoi pensieri, la falsa immagine che nutriamo di Dio con il volto inedito di un abbà dalle grandi braccia e dal cuore di luce, contraddizione di ciò che contraddice l’amore.
Egli è qui per la risurrezione, è la terza parola: per Lui nessuno è dato per perduto, nessuno finito per sempre, è possibile ricominciare ed essere nuovi. Sarà una mano che ti prende per mano, che ripeterà a ogni alba ciò che ha detto alla figlia di Giairo: talità kum, bambina alzati! Giovane vita, alzati, levati, sorgi, risplendi, riprendi la strada e la lotta. Il bambino Gesù è portato al tempio, davanti a Dio, perché non è semplicemente il figlio di Giuseppe e Maria: «i figli non sono nostri» (Kalil Gibran), appartengono a Dio, al mondo, al futuro, alla loro vocazione e ai loro sogni, sono la freschezza di una profezia “biologica”. A noi spetta salvare, come Simeone ed Anna, almeno lo stupore.
(da padre E. Ronchi)