CRESCERE INSIEME
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foglietto Pasqua del Signore 2025
APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA
Giorno |
Ora | Parrocchia |
APPUNTAMENTI |
MART 22 | 20.30 | ARCADE | Consiglio gestione Scuola Materna |
21.00 | CAMALO’ | Gruppo lettori | |
GIOV 24 | 19.00 | SANTANDRA’ | Adorazione notturna e possibilità di confessioni (h. 19-20) |
VEN 25
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———– | PACS | I ragazzi di 3^ media della Collaborazione parteciperanno al Giubileo degli adolescenti a Roma assieme alla Diocesi. Ritorno domenica 27 |
21.00 | POVEGLIANO | ADORAZIONE EUCARISTICA DI LODE | |
DOM 27 | 10.30 | SANTANDRA’ | “Caminada in compagnia par cavini e concoi” (vedi programma dal volantino) |
FATTI UN REGALO!!!
Esperienza Spirituale NUOVA VITA
…fare un’esperienza profonda dell’Amore di Dio
30-31 maggio e 1 giugno 2025
Oratorio di Povegliano
Per info e iscrizioni chiamare ore serali o tramite messaggi whatsapp
ORIANA 3404879665 LEONARDO 3471476698 VALENTINA 3477510139
CANONIZZAZIONE CARLO ACUTIS
La canonizzazione del beato Carlo Acutis è prevista per domenica 27 aprile 2025, durante il Giubileo degli Adolescenti, in Piazza San Pietro a Roma.
La canonizzazione di Carlo Acutis, il beato patrone di internet, è un evento molto atteso, soprattutto dai giovani e dai fedeli che lo considerano un esempio di santità moderna. La cerimonia di canonizzazione sarà celebrata durante il Giubileo del 2025, un periodo di grande festa religiosa.
Carlo Acutis, che morì nel 2006 all’età di 15 anni, è stato beatificato nel 2020. La sua figura è molto apprezzata per la sua profonda fede, la sua generosità e il suo amore per la Sacra Famiglia, per il Rosario e per la Chiesa. La sua canonizzazione è un’opportunità per celebrare il suo esempio di santità e per ispirare altri giovani a seguire le sue orme.
5 X 1000 DELL’IRPEF
LA TUA FIRMA E IL NOSTRO CODICE FISCALE PER UN SOSTEGNO ALLE ATTIVITA’ DEI NOSTRI ORATORI
- NOI Oratorio don Guido Tognana ARCADE CF: 92000520269
- NOI Oratorio Sant’Andrea APS SANTANDRA’ CF: 94091920267
- NOI Oratorio San Daniele POVEGLIANO CF: 94061440262
- Oratorio NOI Famiglia CAMALO’ CF: 94118960262
20 aprile – Pasqua del Signore
“Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti” (Gv 20,1-9)
RIFLESSIONE
Pasqua ci viene incontro con un intrecciarsi armonioso di segni cosmici: primavera, plenilunio, primo giorno della settimana, prima ora del giorno. Il primo giorno, al mattino presto, esse si recarono al sepolcro. Luca si è dimenticato il soggetto, ma non occorre che ci dica chi sono, lo sanno tutti che sono loro, le donne, le stesse che il venerdì non sono arretrate di un millimetro dal piccolo perimetro attorno alla croce. Quelle cui si è fermato il cuore quando hanno udito fermarsi il battito del cuore di Dio. Quelle che nel grande sabato, cerniera temporale tra il venerdì della fine e la prima domenica della storia, cucitura tra la morte e il parto della vita, hanno preparato oli aromatici per contrastare, come possono, la morte, per toccare e accarezzare ancora le piaghe del crocifisso. Le donne di Luca sono una trinità al femminile (R. Virgili): vanno a portare al Signore la loro presenza e la loro cura. Presenza: l’altro nome dell’amore.
Davanti alla tomba vuota, davanti al corpo assente, è necessaria una nuova annunciazione, angeli vestiti di lampi: perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui. È risorto. Una cascata di bellezza. Il nome prima di tutto: “il Vivente”, non semplicemente uno fra gli altri viventi, ma Colui che è la pienezza dell’azione di vivere. E poi: “non è qui”! Lui c’è, ma non qui; è vivo e non può stare fra le cose morte; è dovunque, ma non qui. Il Vangelo è infinito proprio perché non termina con una conclusione, ma con una ripartenza.
Pasqua vuol dire passaggio: abbiamo un Dio passatore di frontiere, un Dio migratore. Non è festa per residenti o per stanziali, ma per migratori, per chi inventa sentieri che fanno ripartire e scollinare oltre il nostro io. Ed esse si ricordarono delle sue parole. Le donne credono, perché ricordano. Credono senza vedere; per la parola di Gesù, non per quella degli angeli; ricordano le sue parole perché le amano. In noi resta vivo solo ciò che ci sta a cuore: vive ciò che è amato, vive a lungo ciò che è molto amato, vive per sempre ciò che vale più della vita stessa. Anche per me, credere comincia con l’amore della Parola, di un Uomo.
Quello che occorre è l’umanità di Dio, che non se ne sta lontano, me entra nel nostro panico, nel nostro vuoto, visita il sepolcro, ci prende per mano e ci trascina fuori. Ecco il cuore di Pasqua: il bene è più profondo del male.
(da padre E. Ronchi)