Informazioni del 23 ottobre 2022

Pubblicato giorno 23 ottobre 2022 - Info settimanali

CRESCERE INSIEME


Don Michele 0422-772002 cell.340-9622020
Don Mario 0422-774092 cell.380-6433849
Don Marco 349-4548139


foglietto del 23 ottobre 2022

APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA

Giorno

Ora Parrocchia

APPUNTAMENTI

DOM 23 ——- CAMALO’ Inizio delle “settimana comunitaria” dei giovani di 5^ superiore in canonica
15.30 ARCADE In oratorio castagnata con giochi ed animazione per bambini e ragazzi (annullata in caso di maltempo)
Animarcade per i ragazzi
15.30 TREVISO ASSEMBLEA DIOCESANA per il cammino dell’anno delle Collaborazioni Pastorali della Diocesi
MART 25 20.00 ARCADE Veglia missionaria, testimonianza e Adorazione Eucaristica
GIOV 27 19.00 SANTANDRA’ Preparazione per il battesimo di domenica 30
VEN 28 20.30 POVEGLIANO ADORAZIONE EUCARISTICA DI LODE e possibilità di CONFESSIONI per prepararsi alla Solennità di Tutti i Santi
SAB 29 9.30-12.00 SANTANDRA’ CONFESSIONI e Adorazione Eucaristica
DOM 30 12.15 SANTANDRA’ BATTESIMO di Bianchini Filippo

 


 

Giornata Mondiale Missionaria 2022:
“Di me sarete testimoni”

 Mi sarete testimoni: queste parole, scrive il Papa, sono “il punto centrale”: Gesù dice che tutti i discepoli saranno suoi testimoni e che “saranno costituiti tali per grazia” e “la Chiesa, comunità dei discepoli di Cristo, non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo”. Francesco fa quindi notare che l’uso del plurale: “sarete testimoni” indica “il carattere comunitario-ecclesiale della chiamata”. E prosegue:

“Ogni battezzato è chiamato alla missione nella Chiesa e su mandato della Chiesa: la missione perciò si fa insieme, non individualmente, in comunione con la comunità ecclesiale e non per propria iniziativa. E se anche c’è qualcuno che in qualche situazione molto particolare porta avanti la missione evangelizzatrice da solo, egli la compie e dovrà compierla sempre in comunione con la Chiesa che lo ha mandato.”

I missionari di Cristo non sono inviati a comunicare sé stessi, a mostrare le loro qualità e capacità persuasive o le loro doti manageriali. Hanno, invece l’altissimo onore di offrire Cristo, in parole e azioni, annunciando a tutti la Buona Notizia della sua salvezza con gioia e franchezza, come i primi apostoli.”

“Nell’evangelizzazione, perciò, l’esempio di vita cristiana e l’annuncio di Cristo vanno insieme. L’uno serve all’altro. Sono i due polmoni con cui deve respirare ogni comunità per essere missionaria. Questa testimonianza completa, coerente e gioiosa di Cristo sarà sicuramente la forza di attrazione per la crescita della Chiesa anche nel terzo millennio. Esorto pertanto tutti a riprendere il coraggio, la franchezza, quella parresia dei primi cristiani, per testimoniare Cristo con parole e opere, in ogni ambiente di vita.”

 


 

23 Ottobre 2022 – XXX T. Ordinario

 chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato“    (Lc 18,9-14)         

 RIFLESSIONE

Una parabola “di battaglia”, in cui Gesù ha l’audacia di denunciare che pregare può essere pericoloso, può perfino separarci da Dio, renderci “atei”, adoratori di un idolo. Il fariseo prega, ma come rivolto a sé stesso; conosce le regole, inizia con le parole giuste «o Dio ti ringrazio», ma poi sbaglia tutto, non benedice Dio per le sue opere, ma si vanta delle proprie. Uno specchio su cui far rimbalzare la propria arroganza spirituale. Io non sono come gli altri …, sono molto meglio. Offende il mondo nel mentre crede di pregare: non si può pregare e disprezzare, benedire il Padre e maledire, dire male dei suoi figli. Quella preghiera ci farebbe tornare a casa con un peccato in più.

Invece il pubblicano, grumo di umanità curva in fondo al tempio, fermatosi a distanza, si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Una piccola parola cambia tutto e rende vera la preghiera del pubblicano: «tu», «Signore, tu abbi pietà».

La parabola ci mostra la grammatica della preghiera. Le regole sono semplici e valgono per tutti. Sono le regole della vita.

La prima: se metti al centro l’io, nessuna relazione funziona. Non nella coppia, non con i figli o con gli amici, tantomeno con Dio. Il nostro vivere e il nostro pregare avanzano sulla stessa strada profonda: la ricerca mai arresa di qualcuno (un amore, un sogno o un Dio) così importante che il tu viene prima dell’io.

La seconda regola: si prega non per ricevere ma per essere trasformati. Il fariseo non vuole cambiare, non ne ha bisogno, lui è tutto a posto, sono gli altri sbagliati, e forse un po’ anche Dio. Il pubblicano invece non è contento della sua vita, e spera e vorrebbe riuscire a cambiarla, magari domani, magari solo un pochino alla volta. E diventa supplica con tutto sé stesso, mettendo in campo corpo cuore mani e voce: batte le mani sul cuore e ne fa uscire parole di supplica verso il Dio del cielo (R. Virgili).

Il pubblicano tornò a casa perdonato, non perché più onesto o più umile del fariseo, ma perché si apre – come una porta che si socchiude al sole, come una vela che si inarca al vento – a Dio che entra in lui, con la sua misericordia, questa straordinaria debolezza di Dio che è la sua unica onnipotenza.

(da Ermes Ronchi)


foglietto del 23 ottobre 2022