CRESCERE INSIEME
Don Michele 0422-772002 cell.340-9622020
Don Mario 0422-774092 cell.380-6433849
Don Marco 349-4548139
APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA
Giorno |
Ora | Parrocchia |
APPUNTAMENTI |
DOM 28 | 17.00 | CAMALO’ | VESPITZ con i giovani |
LUN 29 | 19.00 | SANTANDRA’ | Segreteria del Consiglio della Collaborazione |
20.45 | SANTANDRA’ | Gruppo Liturgico della Collaborazione | |
MART 30 | 20.45 | POVEGLIANO | Direttivo NOI |
MERC 31 | 19.00 | CAMALO’ | Catechismo: incontro genitori 2^ elementare |
20.45 | GIAVERA | Incontro referenti pastorale familiare delle Collborazioni | |
GIOV 1 | 20.30 | SANTANDRA’ | 4° e ultimo incontro vicariale formazione catechiste/i |
DOM 4 | 18.30 | CAMALO’ | Equipe evangelizzazione giovani |
L’UNZIONE DEGLI INFERMI
(11 febbraio 2024 Arcade e Povegliano)
Con la sacra Unzione degli infermi e la preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio.
La malattia e la sofferenza sono sempre state tra i problemi più gravi che mettono alla prova la vita umana. Nella malattia l’uomo fa l’esperienza della propria impotenza, dei propri limiti e della propria finitezza. Ogni malattia può farci intravvedere la morte.
La malattia può condurre all’angoscia, al ripiegamento su di sé, talvolta persino alla disperazione e alla ribellione contro Dio. Ma essa può anche rendere la persona più matura, aiutarla a discernere nella propria vita ciò che non è essenziale per volgersi verso ciò che lo è.
Molto spesso la malattia provoca una ricerca di Dio, un ritorno a lui.
L’unzione degli infermi conferisce una grazia speciale a chi sperimenta le difficoltà della malattia o della vecchiaia.
L’essenziale di questo sacramento consiste nell’unzione sulla fronte e sulle mani del malato, accompagnata dalla preghiera liturgica del sacerdote.
I doni di grazia del sacramento sono l’unione del malato alla passione di Cristo, il conforto e il coraggio per sopportare personalmente le sofferenze delle malattie, il recupero della salute e la preparazione al “passaggio”.
1-8 ottobre:
PELLEGRINAGGIO della Collaborazione Pastorale
FATIMA – SANTIAGO DE COMPOSTELA
GIOVEDI 7 MARZO 2023 ALLE ORE 20.30 in oratorio a Santandrà
RIUNIONE DI PRESENTAZIONE DEL PELLEGRINAGGIO!
Per info e programma di massima vedi volantino
e/o contattare ANTONELLA ZULIAN al 3498347662
21 gennaio 2024 – Anno B – IV Tempo Ordinario
“Io so chi tu sei: il santo di Dio!” (Mc 1,21-28)
RIFLESSIONE
La gente si stupiva del suo insegnamento, come quando nel deserto ci si imbatte nell’inaudito; si stupiva perché insegnava con autorità. Gesù è autorevole perché credibile; in lui messaggio e messaggero coincidono: dice ciò che è, ed è ciò che dice. Lui è accrescimento di vita, respiro grande, libero orizzonte. Non insegnava come gli scribi…Gli scribi sono intelligenti, hanno studiato, conoscono bene le Scritture, ma le ascoltano solo con la testa senza farle arrivare al cuore.
Molte volte anche noi siamo come degli scribi con noi stessi, ci basta accostare il Vangelo con la ragione, ci pare anche di averlo capito, spesso ci piace, ma l’esistenza non cambia. La fede non è sapere delle cose, ma farle diventare sangue e vita.
Gesù insegnava come chi ha autorità. Il mondo ha un disperato bisogno di maestri autorevoli. Ma noi chi ascoltiamo? Da chi imparare? da chi ci aiuta a crescere in sapienza e grazia.
Nella sinagoga di Cafarnao ha luogo poi il primo miracolo. Un indemoniato sta pregando nella comunità, è un habitué del sabato. Ne aveva ascoltate di prediche… Si può passare tutta una vita andando ogni sabato in sinagoga, ogni domenica in chiesa, pregare e ascoltare la Parola, eppure mantenere dentro di noi uno spirito malato, un’anima lontana che non si lascia raggiungere. Si può vivere tutta una vita come cristiani della domenica senza farsi mai toccare dalla Parola di Dio (G. Piccolo), senza che entri davvero a fare nuova la vita.
Belle e coinvolgenti le due domande che seguono: Che c’entri con noi, Gesù, con la nostra vita quotidiana? Tu sei nel rito della domenica, stai in chiesa, o nell’alto dei cieli; ma cosa c’entri tu con la nostra vita di tutti i giorni? Vuoi sapere se credi? Se questo ti cambia la vita. Sei venuto a rovinarci? La risposta è “sì!”: è venuto a rovinare le spade che diventano falci; è la rovina delle lance che diventano aratri, delle dure conchiglie che imprigionava la perla. «Mia dolce rovina» (D. M. Turoldo), che rovini maschere e paure, e tutto ciò che rovina l’umano.
(da Ermes Ronchi)