Informazioni del 29 agosto 2021

Pubblicato giorno 28 agosto 2021 - Info settimanali

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foglietto del 29 agosto 2021

APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA

Giorno Ora Parrocchia APPUNTAMENTI
DOM. 5 10.30 POVEGIANO BATTESIMO di Favaro Caroline

 


Afghanistan.
Carneficina non alibi.

A Kabul la strage che fa comodo a molti

L’attentato più vigliacco. La fine più ingloriosa della presenza occidentale in Afghanistan. E forse l’alba livida e tragica di una nuova stagione di terrore, a Kabul e non solo. Mai attentato fu più annunciato, ma i kamikaze che si sono fatti saltare tra civili inermi in fila all’aeroporto difficilmente potevano essere fermati dai militari ancora nello scalo. Potevano intercettarli i taleban? Non lo si può escludere. La carneficina che sdegna il mondo fa comodo (in parte) anche a loro. Finirà con l’accelerare la partenza degli occupanti e frenerà qualche afghano dall’estremo tentativo di unirsi ai fortunati passeggeri degli ultimi voli verso la libertà. L’autobomba che ha colpito al cuore anche i soldati americani è forse opera del Daesh, deciso a far marcare tragicamente la sua presenza nel Paese riconquistato dall’estremismo sunnita. Tra i risultati indiretti vi è quello di accrescere gli alibi dell’addio frettoloso e carico di nefaste conseguenze da parte degli Stati Uniti.   […]

Nel giorno in cui il nuovo regime annuncia che tornerà a vietare persino la musica, un’altra entità (il cosiddetto Isis-Khorasan, costola del Daeh e già autore quest’anno di un orribile eccidio in una scuola femminile) sfida il Califfato (o finisce per fare adesso il suo gioco) in un’escalation di violenza che rende nero il futuro di quanti avevano sognato una nuova stagione nel segno dell’appoggio occidentale.

Anche nell’epilogo più buio non si può non ricordare come l’Italia per vent’anni abbia gettato semi che sono già in parte sbocciati e non spariranno del tutto in breve tempo. Il ponte aereo che ha portato nel nostro Paese qualche migliaio di esuli è l’adempimento di un imperativo etico che non pacifica le nostre coscienze, ma lascia viva la speranza di poter coltivare una classe dirigente in esilio. Potrà mai ritornare in patria? Potremo in qualche modo evitare che a Kabul, come a Herat o a Kandahar scenda la notte dell’oppressione e della paura? Tutto oggi fa inclinare verso il pessimismo della ragione. Perciò è quanto mai urgente ripensare agli errori compiuti e a rinnovate strategie politiche e militari. Il multilateralismo auspicato dal premier Draghi può essere una via per evitare che l’Afghanistan diventi un nuovo santuario del terrorismo. L’Europa e la Nato devono tuttavia riconquistare quella autorevolezza e quella capacità di essere faro e sentinella di valori umanitari e di sicurezza che le vicende di questi giorni hanno fortemente eroso. Solo così non saranno stati del tutto sprecati vent’anni di impegno in Afghanistan.

Di Andrea Lavazza
Tratto da Avvenire del 27 agosto 2021


29 agosto 2021 – XXII Domenica Tempo Ordinario

XXII ordinario “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”  (Mc 7,1-8.14-15.21-23)                     

Si è sicuri di trovare Gesù sui problemi di frontiera dell’uomo, in ascolto del grido della terra, all’incontro con gli ultimi, attraversando con loro i territori delle lacrime e della malattia: dove giungeva, in villaggi o città o campagne, gli portavano i malati e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccavano venivano salvati (Mc 6,56). Da qui veniva Gesù: portava negli occhi il dolore dei corpi e delle anime, l’esultanza incontenibile dei guariti, e ora farisei e scribi vorrebbero rinchiuderlo dentro piccolezze come mani lavate o no, questioni di stoviglie e di oggetti!

Da qui si capisce come la replica di Gesù sia dura: ipocriti! Voi avete il cuore lontano! Lontano da Dio e dall’uomo. Il grande pericolo, per i credenti di ogni tempo, è di vivere una religione dal cuore lontano e assente, nutrita di pratiche esteriori, di formule e riti; che si compiace dell’incenso, della musica, degli ori delle liturgie, ma non sa soccorrere gli orfani e le vedove (Giacomo 1,27, II lettura). Il cuore di pietra, il cuore lontano insensibile all’uomo, è la malattia che il Signore più teme e combatte. «Il vero peccato per Gesù è innanzitutto il rifiuto di partecipare al dolore dell’altro» (J. B. Metz). Quello che lui propone è il ritorno al cuore, una religione dell’interiorità.

Gesù scardina ogni pregiudizio circa il puro e l’impuro: pregiudizi così duri a morire. Ogni cosa è pura: il cielo, la terra, ogni cibo, il corpo dell’uomo e della donna. Gesù benedice la vita, benedice il corpo e la sessualità, che noi associamo subito all’idea di purezza e impurità, e attribuisce solo al cuore la possibilità di rendere pure o impure le cose, di sporcarle o di illuminarle. Il messaggio festoso di Gesù, così attuale, è che il mondo è buono, che le cose tutte sono buone, «piene di parole d’amore» (Laudato si’).

Via le sovrastrutture, i formalismi vuoti, tutto ciò che è cascame culturale, che lui chiama «tradizione di uomini». Nuovo ritorno il Vangelo, liberante e rinnovatore: apri il Vangelo e ti sfiora il tocco di una perenne freschezza, un vento creatore che ti rigenera, perché sei arrivato, sei ritornato al cuore felice della vita

(di Ermes Ronchi)

foglietto del 29 agosto 2021