Informazioni del 7 aprile 2024

Pubblicato giorno 6 aprile 2024 - Info settimanali

CRESCERE INSIEME


Don Michele 0422-772002 cell.340-9622020
Don Mario 0422-774092 cell.380-6433849
Don Marco 349-4548139


foglietto del 7 aprile 2024

APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA

Giorno

Ora Parrocchia

APPUNTAMENTI

SAB 6 == ARCADE Percorso arte e catechesi per i ragazzi di 4^ elementare
10.00 SANTANDRA’ Prova per la Prima Comunione (tutti 2 i gruppi)
11.00 CAMALO’ Prova per la Prima Comunione (tutti 2 i gruppi)
18.30 ARCADE CONFERIMENTO DEL MINISTERO DELL’ACCOLITATO A PIERAUGUSTO DE PIN NELLA CHIESA DI MONIGO
DOM 7 9.30 SANTANDRA’ PRIMA COMUNIONE 1° GRUPPO
11.00 CAMALO’ PRIMA COMUNIONE 1° GRUPPO
MART 9 20.45 ARCADE Riunione sagra
MERC 10 17.30 POVEGLIANO Preparazione battesimo del 13 aprile
VEN 12 21.00 POVEGLIANO ROSARIO MENSILE MEDITATO
SAB 13 11.00 POVEGLIANO BATTESIMO di Santana De Los Santos Giulio
DOM 14 9.30 SANTANDRA’ PRIMA COMUNIONE 2° GRUPPO
11.00 CAMALO’ PRIMA COMUNIONE 2° GRUPPO

 


VITA COMUNITARIA GIOVANI

Domenica 7 aprile si è conclusa l’esperienza di vita comunitaria di 8 giovani dei 4 paesi della Collaborazione in canonica a Camalò.
Un sentito e grande ringraziamento a tutti coloro che si sono avvicinati in amicizia e portando del succulento cibo!

Grazie mille! 😊

 


“Siate pietre vive per costruire la comunità cristiana”:

il compito di papa Francesco
ai cresimati trevigiani

Sono tornati a casa con dei compiti impegnativi, ma molto belli, e ad affidarli loro sono stati papa Francesco e il vescovo Michele. I 1.500 ragazzi e ragazze cresimati della diocesi di Treviso, che sono stati al pellegrinaggio di tre giorni a Roma, hanno accolto con entusiasmo il saluto del Papa all’udienza della mattina di mercoledì 3 aprile: “Con la forza dello Spirito Santo che nella Cresima vi conferma come battezzati, figli di Dio e membri della Chiesa, possiate essere pietre vive per costruire la comunità cristiana”.

Accompagnati dal vescovo, Michele Tomasi, da una trentina di sacerdoti, da alcune cooperatrici pastorali, oltre che dai propri catechisti e catechiste, hanno concluso in piazza San Pietro una “tre giorni” diventata ormai una tradizione e che ogni anno registra un nuovo record di partecipazione (ben 27 i pullman partiti quest’anno), anche grazie a un’organizzazione che comincia mesi prima, con l’impegno dell’ufficio diocesano per l’Annuncio e la catechesi e del Seminario.

 


7 aprile 2023 – Anno B – II di Pasqua

“Pace a voi!”     (Gv 20,19-31)

RIFLESSIONE

I discepoli erano chiusi in casa per paura. Paura dei capi dei giudei, delle guardie del tempio, della folla volubile, dei romani, di se stessi. Tuttavia, Gesù viene. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù a porte chiuse. La prima sua venuta sembra senza effetto, otto giorni dopo tutto è come prima, eppure lui è di nuovo lì.

Secoli dopo è ancora qui, davanti alle mie porte chiuse, mite e determinato come un seme che non si lascia sgomentare da nessun nero di terra. Che bello il nostro Dio! Non accusa, non rimprovera, non abbandona, ma si ripropone, si riconsegna a discepoli che non l’hanno capito, facili alla viltà e alla bugia. Li aveva inviati per le strade di Gerusalemme e del mondo, e li ritrova ancora paralizzati dalla paura. Eppure, accompagna con delicatezza infinita la fede lenta dei suoi, ai quali non chiede di essere perfetti, ma di essere autentici; non di essere immacolati, ma di essere incamminati. E si rivolge a Tommaso. Gesù lo invita: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco.

La risurrezione non ha richiuso i fori dei chiodi, non ha rimarginato le ferite, come ci saremmo aspettati. Perché la croce non è un semplice incidente di percorso da superare e dimenticare, ma è la gloria di Gesù, il punto più alto dell’arte divina di amare, che in quelle ferite si offre per sempre alla contemplazione dell’universo. È proprio a causa di quei fori nelle mani e nel fianco che Dio l’ha risuscitato, e non già nonostante essi: sono l’alfabeto indelebile della sua lettera d’amore. Gesù non vuole forzare Tommaso, ne rispetta la fatica e i dubbi, sa i tempi di ciascuno, conosce la complessità del vivere. Ciò che vuole è il suo stupore, quando capirà che la sua fede poggia sulla cosa più bella del mondo: un atto d’amore perfetto. Tocca, guarda, metti!

Se alla fine Tommaso abbia toccato o no, non ha più alcuna importanza. Mio Signore e mio Dio. Tommaso ripete quel piccolo aggettivo “mio” che cambia tutto. Mio non di possesso, ma di appartenenza: stringimi in te, stringiti a me. Mio, come lo è il cuore. E, senza, non sarei. Mio, come lo è il respiro. E, senza, non vivrei.

(da padre Ermes Ronchi)

 


foglietto del 7 aprile 2024